SCREENING DEI DIFETTI VISIVI SU UN CAMPIONE DI BAMBINI IN ETA’ SCOLARE

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La vista fornisce al cervello circa il 90% delleinformazioni sul mondo esterno e rappresentail canale primario di comunicazione. Un apparatovisivo compromesso, specie nella prima infanzia,impedisce un corretto sviluppo anatomicoed influenza negativamente non solo losviluppo oculare, ma anche quello cognitivo equello affettivo-relazionale che traggono granparte dei loro stimoli dalle competenze visive:queste, infatti, risultano trainanti anche pertutte le altre percezioni (1). Nella società moderna,che esige dall’individuo abilità “neurosensoriali”sempre più raffinate, la minorazionevisiva rappresenta un’importante noxa patogenada prevenire, una disabilità che, insorgendo inetà precoce, altera la maturazione psicofisicadell’individuo ed il suo inserimento nel tessutosociale (2). Si impone dunque la necessità di unintervento preventivo precoce dei deficit visivisufficientemente sensibile e, soprattutto, ingrado di coinvolgere le figure sociali che piùdirettamente seguono il bambino nel periodocritico per lo sviluppo della funzione visiva: lafamiglia e la scuola. E’ certamente grave responsabilitàdella società trascurare, per mancanzad’informazione o per negligenza, il trattamentoappropriato di un difetto oculare nelperiodo privilegiato dello sviluppo e delle possibilitàterapeutiche. Le ripercussioni, anche gravi,potranno pregiudicare l’avvenire del futuroadulto.Nel seguente articolo presentiamo i dati relativiall’esperienza di screening dell’acuità visiva realizzatosu un campione di 618 bambini in etàscolare, avente come obiettivo l’identificazionedei difetti visivi, onde correggerli in modoottimale. Difetti rifrattivi non corretti e problemidella vista non diagnosticati preventivamentenei bambini che frequentano le scuole elementari,sono spesso causa di scarso rendimentoscolastico, difficoltà di apprendimento nellalettura e nella scrittura, difficoltà di concentrazionee facile affaticabilità.
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